Le saghe islandesi sono “Il libro più importante d’Europa”?

saghe islandesi

SAGHE ISLANDESI: PERCHÉ SONO COSÌ IMPORTANTI

L’Islanda è il paese al mondo dove vengono scritti, pubblicati e venduti più libri Pro Capite rispetto a qualsiasi altro luogo (The Guardian), tanto che oltre il 50% degli islandesi legge più di 8 libri all’anno, e la media nazionale è di 4 libri ogni anno (in Italia a stento si arriva a uno, per un confronto); e, ancora, uno su dieci pubblicherà qualcosa nella vita.

Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici: lunghe notti invernali buie, un’estensione geografica che rende più difficili le uscite, ad esempio al cinema se non abiti nella Capitale Rejkjavik, una vasta selezione di librerie ben fornite e una popolazione ridotta.

Tuttavia, forse più di ogni altra cosa, ciò è dovuto all’esportazione letteraria più famosa dell’Islanda: le Saghe Islandesi, quella raccolta di avventure oggi molto famosa anche in Italia e che certo ha contribuito al fascino dell’Islanda nel nostro immaginario.

Le saghe islandesi:

PERCHÉ LE SAGHE ISLANDESI NON VANNO SOTTOVALUTATE

Le Saghe rimangono una parte intrinseca dell’identità degli islandesi ancora oggi, e la loro presenza è piuttosto presente in tutto il paese. Si tratta di documenti fisici che tracciano le vite della popolazione autoctona in un periodo estremamente tumultuoso, un’epoca in cui i Vichinghi stavano cambiando la forma della società nell’Europa settentrionale e cristianesimo e paganesimo si contendevano il ruolo di sistema di credenze predominante.

Con eventi che si svolgono circa cinquant’anni prima e dopo il 1000 d.C. e scritti da una serie di autori – il cui nome può solo essere ipotizzato – tra il 1190 e il 1320 circa, questa raccolta di storie è da molti considerata l’opera europea più importante degli ultimi mille anni, insieme alla Commedia di Dante e alle opere di Shakespeare.

Tragica proprio come le opere dei due autori citati, ed epica come l’Iliade, le Saghe contengono eventi monumentali, tra cui la scoperta dell’esploratore norreno Leif Ericsson di un’ampia isola che chiamò Vinland, successivamente divisa in due e rinominata Canada e Stati Uniti: il primo europeo conosciuto a mettere piede in quello che oggi chiamiamo Nord America.

Forse ancor più importante, le Saghe influenzano ancora oggi il modo in cui raccontiamo e leggiamo storie. Proprio come Omero sono le Saghe Islandesi sono ricche di elementi fantastici, come i troll, gli spiriti e spesso anche le divinità norrene; ma a differenza dell’autore greco, gran parte di questi racconti rimanda a fatti storici, alla realtà, laddove nell’Iliade è solo uno sfondo (la guerra di Troia).

Raccontano storie di contadini, famiglie e combattenti, amanti, guerrieri e re, di tradimenti e dilemmi, e sono, per la maggior parte, credibili. Le donne giocano un ruolo forte: pochi personaggi sono memorabili quanto Gudrid Thorbjarnardottir, considerata la prima persona di origine europea nata in America.

LO STILE DELLE SAGHE

Lo stile in cui sono scritte le Saghe è piuttosto semplice e senza fronzoli: riflette cioè la semplicità delle persone che le hanno scritte, e della società norrena-vichinga. I personaggi si spostano da A a B a C quasi sempre nelle celebri lunghe barche, e i narratori rimangono impassibili e imparziali; la gente vive e muore senza sentimentalismo o giudizio, che spetta solo al lettore.

Attraverso una serie di storie indipendenti, questi primi autori offrono racconti complessi e multi-generazionali con un tono che, nonostante sia nato in un’epoca filosofica molto diversa, li rende sorprendentemente digeribili anche a distanza di un millennio. Le Saghe hanno creato, soprattutto, un’appetibilità sia per la letteratura che per il cinema moderni: pensiamo a Tolkien, ma pensiamo anche a serie TV come Vikings o ancor di più Game of Thrones.

Racconti di avventure straordinarie, con personaggi che sembrano usciti da una Band Metal scandinava, e con nomi piuttosto divertenti: da Guglielmo Il bastardo a Halli il Sarcastico, come la tradizione dell’epoca era solita fare per i personaggi più di spicco e che, come detto, sono ripresi in molte opere d’intrattenimento moderne, e sono rimaste anche nella tradizione europea successiva: pensiamo a soprannomi come Ludovico Il Moro, Filippo Il Bello, o Ivan Il Terribile.

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QUALI LEGGERE?
Oggi in Italia le saghe islandesi sono facilmente reperibili, anche online su piattaforme come Amazon. Ecco alcuni suggerimenti di lettura.

Eiríks saga rauða (La Saga di Erik il Rosso) e Grœnlendinga saga (La Saga dei Groenlandesi)
Le saghe di Erik il Rosso e dei Groenlandesi sono forse le più famose di tutte: narrano la scoperta norrena del Nord America nel corso dell’XI secolo. Vinland diventò presto il campo di battaglia tra le popolazioni native americane (chiamate ‘Skrælingar’) e gli Scandinavi medievali che vi si insediarono.

Heimskringla
Heimskringla è di gran lunga la saga più significativa sulle vite dei monarchi norreni. Inizia con la semi-leggendaria dinastia svedese degli Yngling e prosegue con i regni di Halfdan il Nero, Harald Bellachioma, Haakon il Buono, Harald Greycloak, e altri re di Norvegia, evidenziando i loro successi riguardo al destino dei loro sudditi.

Jómsvíkinga saga (La Saga dei Jomsvichinghi)
La saga dei Jomsvichinghi affronta la storia di un ordine semi-leggendario di guerrieri norreni e la fondazione del loro forte, Jomsborg. Ci sono alcune variazioni tra le cinque diverse versioni conosciute del manoscritto, stampate nel corso del tempo, ma il tema centrale ruota intorno al codice del guerriero dell’ordine e alle loro leggi.

Færeyinga Saga (La Saga delle Isole Fær Øer)
La saga delle Isole Fær Øer (nota anche come la Saga di Thrond of Gate) descrive come l’arcipelago situato al crocevia tra il Mare del Nord e l’Oceano Atlantico settentrionale – oggi parte del Regno di Danimarca – divenne parte integrante del Regno di Norvegia e come la sua popolazione norrena si convertì al cristianesimo.

Egils Saga (La Saga di Egill Skallagrímsson)
La saga di Egill Skallagrímsson dipinge i destini di un abile guerriero e antenati di scaldo, partiti dalla Norvegia e stabilitisi in Islanda, coprendo un periodo di circa 150 anni. Potrebbe essere stata scritta da Snorri Sturluson, dato che presenta somiglianze stilistiche con l’Heimskringla (le saghe dei re norreni).

Gísla saga Súrssonar (La Saga di Gísli Súrsson)
La saga di Gisli l’Esule è una delle migliori saghe islandesi sulle faide familiari. Ambientata tra la fine del IX e la fine del X secolo, si concentra sui tempi turbolenti dei primi insediamenti norreni in Islanda. Questa saga ha ispirato un film omonimo nel 1981: si chiama Útlaginn, e fu diretto da Ágúst Guðmundsson e interpretato da Arnar Jónsson.

Laxdæla saga (La Saga del Popolo di Laxárdalr)
Risalente al XIII secolo, la saga del popolo di Laxárdalr racconta delle vicende degli antichi abitanti della baia bassa di Breiðafjörður, nell’Islanda occidentale, coinvolgendo amore, orgoglio e crudeltà, dal tardo IX secolo all’inizio dell’XI secolo. Ancora oggi rimane una delle saghe più acclamate per la sua bellezza poetica.

Njáls saga (La Saga di Njáll)
Raccontando eventi verificatisi tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo, la saga di Njáll brilla come un’affascinante faida familiare ambientata nell’Islanda medievale. È la saga degli islandesi più voluminosa e altamente sviluppata (in termini narrativi), considerata una delle migliori del suo genere.

Grettis saga (La Saga di Grettir)
Parte delle saghe degli islandesi, il racconto di Grettir “l’infelice fuorilegge” e della sua famiglia si concentra sugli eventi avvenuti sia in Islanda che all’estero, come l’Irlanda, la Norvegia o Bisanzio. Una peculiarità di questa saga è che Grettir non è coinvolto nelle incursioni vichinghe, a differenza degli altri personaggi principali delle saghe.

Altri consigli di letture legate al mondo nordico li trovate qui:


8 libri scandinavi per Natale
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Ed alcuni approfondimenti storici:
Quanto conosci la storia del Nord Europa?

Articolo in collaborazione con

Robin Mørensson,
founder @ NØGLEN

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