Quanto conosci la storia del Nord Europa?

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10 AVVENIMENTI CHE (FORSE) NON CONOSCEVI DELLA STORIA DEL NORD EUROPA

Le conoscenze sulla storia del Nord Europa in Italia, ma spesso anche da parte dei nordeuropei stessi, si limitano ai vichinghi, e comunque in modo superficiale. In realtà anche questa regione ha una lunga storia, per certi aspetti “separata” da quella del resto d’Europa a causa della posizione periferica e della minore rilevanza politico-economica, ma spesso anche intrecciata a quella degli altri, e caratterizzata da guerre e dominazioni.

Ecco dieci fatti rigorosamente non vichinghi sulla storia del Nord Europa che potresti non conoscere.

Storia del Nord Europa:

DANIMARCA E SVEZIA LE DUE VICINE PIÙ LITIGIOSE

Si parla quasi sempre dell’eterna rivalità tra Francia e Inghilterra, dovuta soprattutto alla Guerra dei Cent’anni ma anche al fatto che, almeno fino all’Ottocento, nella maggior parte delle guerre sono state rivali.

Ma in Europa il titolo dei due vicini più litigiosi spetta alla Danimarca e alla Svezia: sono le nazioni vicine che più a lungo si sono fatte la guerra, sia prima, che durante, che dopo l’Unione di Kalmar. Gli ultimi grandi conflitti tra le due potenze nordiche risalgono alle guerre napoleoniche, e nello specifico quella all’interno della Campagna tedesca del 1813 è considerata l’ultima. Dopo le guerre napoleoniche, infatti, entrambe decisero di non impegnarsi più in guerre né tra loro né con altri.

LA DANIMARCA HA LA “MADRE” DI TUTTE LE BANDIERE

La bandiera danese si chiama Dannebrog, e tradizionalmente risale al 15 giugno 1219, cosa che la rende la più antica bandiera nazionale ancora in uso da uno stato. Anche se risale al XIII secolo, i re danesi iniziarono ad usarla nel XIV secolo.

La sua storia risale alla leggenda del Dannebrog, quando Re Valedmaro II durante le crociate del Nord in Estonia, e in particolare durante la battaglia di Lyndanisse (oggi Tallinn), cadde dal cielo in seguito alle preghiere del Re Valdemaro II per ottenere la vittoria. A livello storico, probabilmente deriva dagli stendardi dei crociati medievali, ma anche dall’antico stemma di Lubecca, oggi in Germania ma a lungo danese: infatti, il primo Re di Danimarca, Eric di Pomerania, era conosciuto per il suo stendardo con la croce bianca, ed era anche Re della città anseatica.

Dalla bandiera danese derivano tutte quelle nordiche: la prima fu quella svedese, e nel corso dei secoli vennero create anche tutte le altre.

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L’IMPORTANZA DELL’ISTRUZIONE IN SVEZIA

In Svezia, invece, si trova la più antica università non solo della Scandinavia, ma di tutto il Nord Europa.

Parliamo dell’Università di Uppsala, pochi km a nord di Stoccolma, che fu fondata nel 1477, quando la Svezia faceva ancora parte dell’Unione di Kalmar. Nacque come fondazione religiosa per il clero per opera di Sten Sture il Vecchio e Jakob Ulvsson, ma dopo l’indipendenza acquisì importanza laica e divenne anche centro importante per l’ascesa e il prestigio dell’Impero Svedese. Fu anche importante centro scientifico, che ospitò i lavori di Linneo, Celsius e Rudbeck. Oggi conta oltre 44.000 studenti, molti dei quali internazionali.

FU UNA DONNA A RIUNIRE TUTTO IL NORD EUROPA

Che i nordici oggi siano i paesi all’avanguardia per la parità di genere non stupisce, ma dalla Danimarca arriva una regina con più ambizioni politiche, e vocazione all’espansionismo, persino di Elisabetta d’Inghilterra.

Parliamo di Margherita I di Danimarca (1353-1412), che governò inizialmente la Danimarca da sola e senza marito, tra i pochi casi nella storia. Ma è ricordata perché con le sue abilitò politiche e i matrimoni strategici per i suoi figli, riunì sotto una sola corona, la sua, i regni di Danimarca, Svezia e Norvegia, e rispettivi possedimenti, inclusi quindi Finlandia (Svezia), Islanda (Norvegia), Fær Øerne (Norvegia) e per un periodo anche Groenlandia (Norvegia). Fu il primo e unico caso di unione politica di tutto il Nord Europa.

IL COLONIALISMO NORDICO

Se pensiamo al colonialismo europeo vengono in mente Spagna, Regno Unito, Francia, Portogallo e Paesi Bassi, tradizionalmente le nazioni che più di tutte hanno conquistato il resto del mondo dopo i viaggi di Cristoforo Colombo.

Ma anche Danimarca e Svezia hanno avuto la loro parte in questa parentesi non felice della storia, e sia con paesi europei che extraeuropei. A partire dalle vicine: la Svezia ha dominato la Finlandia per quasi tutto il medioevo e fino all’Ottocento, quando dovette cederla alla Russia; e poi la Norvegia per circa 90 anni, dal 1814 al 1905. La Danimarca ha dominato la Norvegia dal 1397 fino al 1814, così come l’Islanda sempre dal 1397 fino al 1944, mentre ancora danesi sono le Fær Øerne e la Groenlandia.

Fuori dall’Europa, il comportamento coloniale era leggermente diverso e puramente commerciale. La Danimarca, in particolare, aveva la sua Compagnia delle Indie Orientali, e ha avuto possedimenti nei Caraibi (le odierne Isole Vergini americane), in Africa (Costa d’oro danese), e in alcune località dell’India, e questo fino alla fine del XIX secolo. Meno intenso e duraturo fu quello svedese, risalente ai secoli dell’Impero o “Età d’oro” (1611-1644), quando “rubò” per un breve periodo la Costa d’oro alla Danimarca. Dopo l’indipendenza della Norvegia nel 1905, la Svezia ha sempre mantenuto gli attuali confini.

STOCCOLMA HA UN PASSATO DRAMMATICO

Oggi Stortorget, la piazza più centrale di Stoccolma a Gamla Stan, è un luogo ricco di turisti amato per le case colorate e i mercatini di Natale. Ma nel suo passato ha ospitato uno degli eventi più sanguinosi della storia della Svezia e della Scandinavia.

Si chiama Bagno di Sangue di Stoccolma, e fu opera del Re Cristiano II di Danimarca. Si parla degli ultimi atti dell’Unione di Kalmar, e Cristiano attirò con l’inganno al Palazzo Reale gli aristocratici svedesi che si erano schierati contro di lui, nella fazione di Sture, ovvero i nobili indipendentisti. Tra il 7 e il 10 novembre 1520 furono giustiziate centinaia di persone in piazza, di cui 100 nella giornata più cruenta, l’8 novembre, nonostante il Sovrano avesse promesso loro l’amnistia.
LA “PESTE” D’ISLANDA
In tutta Europa, l’episodio più drammatico prima del Novecento, quello che decimò quasi metà della popolazione, non fu una guerra, ma una pestilenza: parliamo della Peste del Trecento, che si fece sentire a lungo anche in Scandinavia.

Grazie alla sua lontananza dal continente, l’Islanda fu risparmiata, ma conobbe qualcosa di altrettanto drammatico. Nel 1783 iniziò una lunghissima serie di eruzioni dei crateri del vulcano Laki, che furono le più catastrofiche della storia islandese: iniziarono a giugno e durarono fino a febbraio 1784, producendo 12 miliardi di metri cubi di lava, e oltre 100 milioni di tonnellate di biossido di zolfo e gas tossici, tanto che si stima che persero la vita 9000 islandesi, un terzo della popolazione di allora.
LA CITTÀ DAI TANTI NOMI
La capitale della Norvegia è oggi Oslo, e questo è il nome che adotta dal 1924, quando ha ripreso quello dell’antico insediamento di lingua norrena.

In realtà, per la maggior parte della sua storia ha avuto duo nomi. Christiania dal 1624, quando in seguito all’incendio che la distrusse fu ricostruita da Cristiano IV di Danimarca-Norvegia. Nel 1878, sotto dominazione svedese, cambiò grafia in Kristiania, più vicina alle radici linguistiche norvegesi. Solo nel 1925, 20 anni dopo l’indipendenza, la città prese il nome di Oslo, inseguito all’incorporazione dell’antico villaggio norreno nel resto della città.
LA “GUERRA DELLE SEI ORE”
In Danimarca, all’inizio della seconda guerra mondiale, si tenne un conflitto-non conflitto unico nella sua storia, perché durò appena sei ore.

Si tratta dell’occupazione della Danimarca da parte della Germania Nazista, parte meridionale dell’operazione Weserübung che includeva anche quella della Norvegia, che sarà invece molto più sanguinosa, nonostante le due nazioni scandinave si fossero dichiarate neutrali. Re Cristiano X non oppose una forte resistenza in cambio di indipendenza nella politica interna, cosa che gli consentirà di rimanere nel Paese e salvare un enorme numero di ebrei danesi, mandandoli verso la Svezia risparmiata dalle occupazioni perché non considerata strategica, e perché forniva materie prime ai tedeschi.
LE UNICHE GUERRE DELLA FINLANDIA
Dal momento che la storia finlandese conosce l’indipendenza solo dal 1917, il Paese non ha mai preso parte a guerre da protagonista come invece Svezia e Danimarca.

L’unico caso riguarda la Seconda Guerra Mondiale, quando la Finlandia non fu neutrale. La prima parte riguarda la “Guerra d’Inverno”, scoppiata tra il 30 novembre 1939 e il 12 marzo del 1940, quando l’Unione Sovietica invase l’ex colonia e per questo fu espulsa dalla Società delle Nazioni. Nonostante fosse supportata dai paesi scandinavi, dal Regno Unito, e da Italia, Francia e Ungheria, con il trattato di Mosca la Finlandia dovette cedere il 10% del suo territorio, tra cui la Carelia e la Penisola dei Pescatori, ancora oggi in territorio russo.

Si trattava in realtà di un tentativo dell’URSS, e quindi della Russia stalinista, di riprendersi la Finlandia dopo l’indipendenza ottenuta durante la Rivoluzione russa. La conseguenza più grave fu che la Finlandia, che aveva conosciuto grosse perdite, decise di schierarsi con Hitler e Mussolini come stato cobelligerante, in realtà solo nei confronti dell’URSS (non aderì infatti al patto tripartito). La “guerra di continuazione”, parallela a quella che le potenze dell’Asse a loro volta conducevano contro l’URSS, durò fino all’estate del 1944, quando la Finlandia fu invasa dai Sovietici.

Articolo in collaborazione con

Robin Mørensson,
founder @ NØGLEN

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