LYNETTEHOLM: L’ISOLA ARTIFICIALE DI COPENAGHEN CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Un intento nobile, ma criticato: attualmente infatti la società che se ne occupa, By&Havn (“Città e Porto”), è a processo insieme allo stesso Stato danese per una causa intentata da Klimabevægelsen i Danmark, Il Movimento per il Clima in Danimarca. Questo, comunque, non ha fermato i lavori. Ma procediamo con calma.
Lynetteholm: l’isola artificiale di Copenaghen:
COPENAGHEN E QUEL VIZIO DI COSTRUIRE ISOLE
Non è in realtà la prima volta che Copenaghen, per sostenere la sua espansione, costruisce isole. Uno dei quartieri più storici e apprezzati della città, Christianshavn (“Porto di Cristiano”) è del resto nato nello stesso modo.
Fu il Re Cristiano IV di Danimarca-Norvegia, colui a cui si deve l’aspetto attuale di Copenaghen ma anche quella di Oslo (non a caso da lui ribattezzata Christiania), che si ispirò ai canali di Amsterdam creando quella che ai tempi era una città nuova e separata da Copenaghen, costituita esclusivamente dall’attuale Indre By (“città interna”, il centro storico). Cristiano infatti riempì quell’area abbastanza paludosa tra Copenaghen e l’isola di Amager con dei banchi di sabbia. L’ispirazione ad Amsterdam, tra l’altro, riguardò l’architettura degli edifici, che ancora oggi ricordano quelli della capitale olandese ancor più di Nyhavn, la celebre via colorata e più turistica della capitale.
Anche Christianshavn nacque per far fronte a un aumento di popolazione, e in particolare per ospitare gli immigrati olandesi fortemente voluti dal Re stesso per le loro abilità nel commercio, e infatti ben presto Chrsitianshavn divenne una città di mercanti, di cui ancora oggi si vedono gli ex edifici mercantili adibiti a locali, uffici con una bellissima atmosfera. In pieno stile Copenaghen che, del resto, significa proprio “Il porto dei mercanti” (København deriva da Købmænd “Mercanti” e Havn “Porto”).
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IL PROGETTO DI LYNETTEHOLM
Il progetto fu presentato e approvato nel 2018 dall’ex governo guidato da Lars Løkke Rasmussen, del partito di cento-destra Moderaterne (I Moderati) e oggi Ministro degli Affari esteri nel governo di larghe intese Socialdemocratici-Moderati-Venstre guidato da Mette Frederiksen, che non si è opposta al proseguimento dell’iniziativa. Insieme a lui, altro promotore fu Frank Jensen, Socialdemocratico e due volte sindaco di Copenaghen, dal 2010 al 2020.
Secondo i promotori del progetto, tra cui Anne Skovbro, CEO di By&Havn, il governo danese e il comune di Copenaghen, l’isola non solo proteggerà la città dalle inondazioni, ma creerà anche un nuovo quartiere sostenibile, con un ridotto impatto ambientale. Saranno inoltre costruiti un tunnel stradale, anch’esso già in parte in lavorazione dalla parte opposta, Svanemøllen, e una linea della metropolitana, la futura M5, per collegare Lynetteholm al resto della città, migliorando la mobilità urbana e riducendo la congestione del traffico nel centro. E anche migliorando i servizi di trasporti nella zona, al momento servita unicamente dalla linea di bus 2A, e dai traghetti elettrici.
LE ACCUSE DI GREENWASHING E QUELLE DELLA SVEZIA
Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto che l’isola avrà sull’ecosistema del Mar Baltico. Secondo l’ONG Danmarks Naturfredningsforening, l’isola potrebbe ridurre il flusso d’acqua nel mare, con conseguenze negative per la biodiversità.
Anche la Svezia, nel 2022 quando il progetto fu ufficialmente annunciato, si è espressa in merito, temendo ripercussioni sull’ambiente marino condiviso tra i due Paesi. L’attenzione si è concentrata sul fatto che i sedimenti escavati durante la costruzione venivano inizialmente depositati in una baia vicina, pratica che è stata successivamente sospesa dopo le proteste.
In effetti, gli stessi promotori hanno ammesso che le valutazioni preliminari sono state fatte in modo troppo grossolano. Lo stesso Jensen, che lo ha definito “uno dei progetti migliori e meglio documentati nella più recente storia di pianificazione della Danimarca, ha ammesso che l’approccio iniziale alla valutazione dell’impatto ambientale del progetto è stato “molto stupido”.
Espressione ripresa, in altre parole, anche da un personaggio terzo e, a suo dire, imparziale sull’opera. Peter Pagh, professore di diritto ambientale dell’Università di Copenaghen, ha detto di non essere né a favore né contro Lynetteholmen, ma dice che sono stati commessi talmente tanti errori nella valutazione della sua fattibilità, che non esclude che imploda, venendo annullato nonostante la costruzione già iniziata: By&Havn e le società coinvolte hanno già delimitato l’area prendendo rocce dalla Norvegia, e i “versamenti” di sabbia in mare sono già cominciati.
KINDER SORPRESA E ALTRE OBIEZIONI
In particolare, i critici sostengono che il progetto non affronta le vere necessità della città, come la protezione dalle inondazioni dal lato sud di Copenaghen, piuttosto che dal nord, dove è prevista la costruzione di Lynetteholm. Anche la pianificazione urbanistica è stata messa in discussione: molti ritengono che l’isola non aiuterà realmente a risolvere la carenza di alloggi a prezzi accessibili, e che il costo esorbitante del progetto potrebbe gravare sulle finanze pubbliche e sul prezzo delle abitazioni.