Intervista ai Ragnarök

Ragnarök

INTERVISTA CON I RAGNARÖK - NORDIC & VIKING FOLK MUSIC

Abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro e Davide, in arte Ragnarök, duo musicale della provincia di Verona la cui musica attinge dalla tradizione musicale scandinava.

RAGNARÖK- Nordic & Viking Folk Music

Elena: Come e quando nascono i Ragnarök?

Ragnarök: I Ragnarök nascono come duo alla fine del 2016 volendo creare un progetto flessibile per i live
show, adatto a tutti i tipi di ambienti, locali, festival… con l’intento di fare musica country folk. Poi,
seguendo interessi comuni inerenti il mondo del nord Europa abbiamo cominciato a documentarci
sempre di più sulle canzoni tradizionali scandinave, sulle culture sciamaniche antiche e abbiamo
iniziato a fare riferimento a gruppi portavoce del neo dark folk come i Wardruna, gruppo principale
di questa nicchia.

Ragnarök

Elena: Perché avete scelto proprio questo nome?

Ragnarök: Il nome Ragnarök è stato scelto per la sua importanza e per il fatto di essere abbastanza conosciuto
anche dai non intenditori del mondo nordico.

Elena: Ragnarök ci porta immediatamente nel contesto mitologico della Scandinavia antica, in che
modo lo si può ricollegare alla vostra produzione musicale?

Ragnarök: L’antica Scandinavia è il cuore pulsante del nostro progetto. I testi antichi in lingua norrena tratti
direttamente dall’Edda o dalla poesia scaldica diventano il fulcro di alcuni nostri brani. Inoltre
viviamo l’antichità anche prendendo parte ad eventi di rievocazione nel ruolo di due scaldi ospiti di
un accampamento, vivendo la vita del villaggio e suonando.

Elena:Quali strumenti suonate? Da dove arriva e come è gestita la ricchezza di sonorità che date
ai vostri brani e che vi contraddistingue?

Ragnarök
(Sö 40 Västerljung kyrka) Nonostante la sezione della pietra sia danneggiata si vede un uomo tra i serpenti, Gunnar, che impugna un oggetto, probabilmente l’arpa della tradizione mitica.
Immagine dal database Runor, Ivar Schell, Sörmlands Museum

Ragnarök: La ritmica principale è data dal tamburo e dalla chitarra. Poi tutto viene abbellito da armonie date
dalla tagelharpa e ovviamente anche da basi elettroniche che creano un impasto profondo.
L’elemento caratterizzante il nostro progetto, e che lo rende unico fra tutti, sono i canti in lingue
originali scandinave moderne e arcaiche e la sensazione di quasi “recitazione” del canto stesso,
abbellito da tratti melodici tipici (kulning e canto gutturale).

La ciliegina sulla torta, che conduce il pubblico ad una sensazione di identificazione con la storia,
sono i racconti proposti prima dell’esecuzione del brano durante un live. Il fine è guidare gli
spettatori in un’esperienza al 100% immersiva nella melodia e nel mood della canzone.

Parte integrante del nostro progetto, inoltre, è l’attività di divulgazione tramite i canali social di
storie, leggende e curiosità sulle tradizioni nordeuropee.

Elena: Come vi siete avvicinati alla tagelharpa e al kulning?

Ragnarök: Ci siamo avvicinati alla tagelharpa prendendo spunto dalle band native. È lo strumento più
caratterizzante di questo genere musicale; le sue sonorità, a volte incerte, sono il marchio di
fabbrica per un vero brano costruito in piena fedeltà rievocativa, o meglio, quello che alle orecchie
del pubblico restituisce un’idea di sonorità del tempo. Non avendo documentazione diretta sulla
musica dell’epoca vichinga, ci resta la possibilità di musicare i testi antichi, utilizzando riproduzioni
moderne di strumenti altrettanto antichi, seguendo un po’ le linee guida di brani tradizionali
scandinavi nati un paio di secoli dopo la fine dell’era vichinga.

Per quanto concerne il Kulning, originariamente un canto prettamente femminile, il tentativo è
renderlo nella maniera più fedele possibile eseguendolo con una tecnica corretta.

Elena: Il vostro look è particolare, a cosa si ispira?

Ragnarök: I nostri capelli rispecchiano la moda viking folk, ripresa sicuramente dall’ambiente black metal
(genere dai molti contenuti legati ai nostri). Il nostro abbigliamento è doppio: uno rievocativo, con
scarsella, corno per bere al fianco, per i campi storici o festival a tema, e uno più sobrio, un po’
elegante, misto a gadget etnici e qualche collana col martello di Thor e rune.

Elena: A chi vi ispirate e che valori volete trasmettere con il vostro progetto?

Ragnarök: Le ispirazioni principali arrivano dal mondo della musica celtica e dall’attuale dark folk, prendendo come esempio gli esponenti più celebri di questo genere, i Wardruna. Poi tante altre atmosfere
vengono create di nostro pugno, traendo ispirazione dagli elementi naturali e dalle atmosfere dello
sciamanesimo.
L’atmosfera che si crea spesso è meditativa, avvolgente e profonda. Le frequenze della voce, quasi
mantriche e il tamburo di accompagnamento inducono l’ascoltatore a vivere un’esperienza
sensoriale ed emotiva profonda, testimonianza molte volte riportata dal nostro pubblico.

Elena : Qual è il valore del suono delle lingue nordiche dentro i vostri brani?

Ragnarök: Il valore delle lingue nordiche attuali e arcaiche rende il tutto più interessante ed aggiunge un tocco
di fascino. Il Pubblico arriva spesso molto curioso e pronto a cogliere tutti questi suoni nuovi, che insieme alle melodie delle canzoni, conducono verso mondi lontani e interiori

Elena: Quali sono i progetti futuri?

Ragnarök: I nostri progetti futuri sono continuare sicuramente nel grosso filone delle canzoni popolari della
Scandinavia, mescolando questa ricca playlist con sempre più brani inediti in lingua svedese e in norreno. Stanno nascendo delle bellissime collaborazioni con una grossa agenzia in Germania, che ci farà salire su qualche palco estero già da fine primavera 2023; stiamo lavorando lentamente e accuratamente ad un artwork per l’uscita del nostro vinile, mentre l’album sarà disponibile non più
in cd ma già in una comoda chiavetta USB, creata in legno di abete, con il nostro logo inciso sulla
superficie. Inoltre stiamo incidendo canzoni nuove e creando una collaborazione con parte di una formazione orchestrale conosciuta, ma questo dettaglio è ancora top secret.”

Elena: Sulla copertina di un vostro album campeggia in modo molto evocativo la pietra runica di Rök, perché?

Ragnarök: La pietra di Rök è l’immagine che abbiamo scelto per accompagnare il nostro ultimo singolo “Ragnarök”. Su di una base musicale interamente nostra abbiamo inserito le strofe 42-44 della
Völuspá (La profezia della veggente), carme di apertura dell’Edda Poetica.
Secondo una delle tante interpretazioni ad oggi proposte il testo dell’iscrizione potrebbe contenere dei rimandi ad alcuni aspetti mitologici del Ragnarök connessi alle conseguenze di alcuni cataclismi
climatici.

Elena: Chiudiamo allora con un’ultima domanda: cosa rappresentano per voi le rune? Ne parlate nei testi delle vostre canzoni?

Ragnarök: Le rune costituiscono una manifestazione culturale estremamente particolare del mondo nordico
antico e attualmente non le trattiamo nei nostri brani, ma consideriamo i testi delle iscrizioni come
delle fonti storiche preziose a nostra disposizione.

Scritto da: Elena Mecca & Luisella Sari

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