ISOLE FAROE, ÅLAND E GROENLANDIA: CHE RUOLO HANNO I TERRITORI AUTONOMI NORDICI?
Non solo Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda. C’è un altro nord, quello delle tre regioni autonome di Groenlandia, Isole Faroe (Fær Øer in danese, Føroyar in faroese) appartenenti alla Danimarca, e Isole Åland, parte invece della Finlandia. Territori autonomi nordici perché con una loro identità, un passato coloniale (specie le prime due) e una lingua differente.
Territori autonomi nordici:
Sin dalla creazione del Consiglio Nordico nel 1952 e del Consiglio dei Ministri Nordico nel 1971, queste regioni hanno cercato di ottenere voce in capitolo nella cooperazione nordica formale, ma la loro voce non è ancora sufficientemente ascoltata.
Tutti e tre i territori sono particolarmente snobbati sia dai Paesi d’appartenenza, sia in generale anche dagli altri nordici. La Groenlandia e le Faroe sono l’eredità ancora evidente dell’ex impero coloniale danese (mai ufficialmente chiamato così), un tempo comprendente anche Islanda, Norvegia e territori oltreoceano come le Isole Vergini Danesi (poi vendute agli Stati Uniti e divenute le Isole Vergini Americane), la Costa d’Oro danese in Africa, e alcuni possedimenti in India. Con le Faroe e, soprattutto, con la Groenlandia c’è ancora una certa diffidenza, e anche i danesi più progressisti faticano a vedere nei groenlandesi persone capaci di autosostenersi, ma problematiche. In entrambi i casi, comunque, ogni anno Copenaghen invia ingenti quantità di denaro, ufficialmente come “riparazione economica” ai danni del passato, e per permettere loro lo sviluppo in vista di una futura indipendenza, che difficilmente arriverà.
Le Isole Åland sono invece una minoranza svedese in Finlandia, frutto al contrario del passato della Finlandia come colonia della Svezia, che dovette cederla alla Russia nel XIX secolo. Per questo motivo, sono un po’ visti con diffidenza dai finlandesi, vista la dominazione di Stoccolma, ma anche dagli svedesi, a causa di un accento diverso dello svedese parlato sull’arcipelago.
Tutti e tre i territori sono particolarmente snobbati sia dai Paesi d’appartenenza, sia in generale anche dagli altri nordici. La Groenlandia e le Faroe sono l’eredità ancora evidente dell’ex impero coloniale danese (mai ufficialmente chiamato così), un tempo comprendente anche Islanda, Norvegia e territori oltreoceano come le Isole Vergini Danesi (poi vendute agli Stati Uniti e divenute le Isole Vergini Americane), la Costa d’Oro danese in Africa, e alcuni possedimenti in India. Con le Faroe e, soprattutto, con la Groenlandia c’è ancora una certa diffidenza, e anche i danesi più progressisti faticano a vedere nei groenlandesi persone capaci di autosostenersi, ma problematiche. In entrambi i casi, comunque, ogni anno Copenaghen invia ingenti quantità di denaro, ufficialmente come “riparazione economica” ai danni del passato, e per permettere loro lo sviluppo in vista di una futura indipendenza, che difficilmente arriverà.
Le Isole Åland sono invece una minoranza svedese in Finlandia, frutto al contrario del passato della Finlandia come colonia della Svezia, che dovette cederla alla Russia nel XIX secolo. Per questo motivo, sono un po’ visti con diffidenza dai finlandesi, vista la dominazione di Stoccolma, ma anche dagli svedesi, a causa di un accento diverso dello svedese parlato sull’arcipelago.
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RAPPRESENTANZA NEL CONSIGLIO NORDICO E NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ancor prima che le regioni autonome ottenessero dei seggi nel Consiglio Nordico, erano rappresentate nelle delegazioni nazionali di Danimarca e Finlandia. Le Isole Åland hanno ottenuto l’autonomia nel 1921 e le Isole Faroe nel 1948. Tuttavia, solo nel 1971 alle Isole Faroe furono assegnati due seggi e alle Åland uno nel Consiglio Nordico, ma come parte delle delegazioni rispettivamente danese e finlandese. Questo risultato arrivò dopo una mozione formale delle Isole Faroe, presentata attraverso la Danimarca. Fu istituito un comitato, noto come Comitato Kling, per indagare la questione, che portò a una modifica del Trattato di Helsinki sulla cooperazione nordica.
La Groenlandia, che ottenne l’autonomia solo nel 1979, non fu inizialmente inclusa e impiegò diversi anni per ottenere una sua rappresentanza al Consiglio Nordico. Di tutti questi territori, quello groenlandese è quello più complesso, con rapporti molto difficili con Copenhagen e con una lunga storia di discriminazione da parte dei danesi stessi.
La Groenlandia, che ottenne l’autonomia solo nel 1979, non fu inizialmente inclusa e impiegò diversi anni per ottenere una sua rappresentanza al Consiglio Nordico. Di tutti questi territori, quello groenlandese è quello più complesso, con rapporti molto difficili con Copenhagen e con una lunga storia di discriminazione da parte dei danesi stessi.
Con l’istituzione del Consiglio dei Ministri Nordico nel 1971, le Isole Faroe e le Isole Åland poterono inviare osservatori alle riunioni. Nel 1980 la Danimarca presentò una proposta al Consiglio Nordico per la rappresentanza indipendente delle Isole Faroe, delle Åland e della Groenlandia, consentendo loro di partecipare al Consiglio dei Ministri Nordico. Fu istituito il Comitato Petri, che portò all’assegnazione di due rappresentanti per ciascuna delle regioni autonome nel Consiglio Nordico. Tuttavia, queste rappresentanze rimasero legate alle delegazioni nazionali della Danimarca per la Groenlandia e le Faroe, e della Finlandia per le Åland, una disposizione nota come “doppia delegazione”. I rappresentanti delle regioni autonome, però, possono comunque rappresentare le rispettive delegazioni nazionali, come accade per Kristina Háfoss, originaria delle Isole Faroe e Segretario Generale del Consiglio Nordico dal febbraio 2021.
Dopo il rapporto del Comitato Petri, le regioni autonome hanno iniziato a partecipare direttamente alle decisioni sui temi rilevanti per i loro territori, con la facoltà di scegliere le questioni di loro interesse. Dal quel momento, i rappresentanti delle regioni autonome hanno potuto assumere ruoli anche all’interno del Consiglio dei Ministri Nordico, pur rappresentando formalmente il paese membro di appartenenza.
Dopo il rapporto del Comitato Petri, le regioni autonome hanno iniziato a partecipare direttamente alle decisioni sui temi rilevanti per i loro territori, con la facoltà di scegliere le questioni di loro interesse. Dal quel momento, i rappresentanti delle regioni autonome hanno potuto assumere ruoli anche all’interno del Consiglio dei Ministri Nordico, pur rappresentando formalmente il paese membro di appartenenza.
LIMITI ALLA RAPPRESENTANZA FORMALE
Un’ulteriore revisione della partecipazione delle regioni autonome fu avviata nel 2005, quando le Isole Faroe chiesero piena adesione al Consiglio Nordico e al Consiglio dei Ministri Nordico. Il gruppo di lavoro istituito produsse il “documento Åland” (Ålandsdokumentet) nel 2007, che definiva la partecipazione delle autonomie ai lavori delle due istituzioni. Tuttavia, il documento respinse la richiesta di adesione completa, proposta da Isole Faroe e Groenlandia. Le Åland, pur meno assertive, espressero comunque il desiderio di essere rappresentate indipendentemente. Le modifiche al ruolo delle regioni autonome rimasero modeste rispetto alle loro aspirazioni.
Nonostante gli sforzi per ottenere una partecipazione maggiore, sembra che la piena adesione sia ancora fuori portata per queste tre aree. Sebbene le recenti revisioni abbiano apportato poche modifiche, lasciano spazio per future trattative, alimentando la speranza di una rappresentanza più significativa per le regioni autonome nella cooperazione nordica.
Nonostante gli sforzi per ottenere una partecipazione maggiore, sembra che la piena adesione sia ancora fuori portata per queste tre aree. Sebbene le recenti revisioni abbiano apportato poche modifiche, lasciano spazio per future trattative, alimentando la speranza di una rappresentanza più significativa per le regioni autonome nella cooperazione nordica.