QUANTO È DIFFICILE L’ISLANDESE?
L’islandese è per molti la più affascinante tra le lingue scandinave e germaniche, perché evoca le saghe epiche e i panorami da sogno tipici dell’Islanda. Parlata da circa 370.000 persone principalmente in Islanda, questa lingua nordica possiede una bellezza unica e una struttura linguistica che la rende tanto affascinante quanto impegnativa.
Ma quanto è davvero difficile imparare l’islandese? In questo articolo analizzeremo le sfide principali che incontrano gli studenti di questa lingua e il fascino che continua a esercitare su chi la studia.
Ma quanto è davvero difficile imparare l’islandese? In questo articolo analizzeremo le sfide principali che incontrano gli studenti di questa lingua e il fascino che continua a esercitare su chi la studia.
Quanto è difficile l'islandese:
L'ISLANDESE È UNA LINGUA CHE HA PRESERVATO IL PASSATO
Una delle caratteristiche distintive dell’islandese è la sua purezza linguistica. A differenza di molte lingue moderne, l’islandese ha subito pochissime influenze esterne nel corso dei secoli. La lingua è rimasta sorprendentemente simile a quella parlata durante l’epoca dei Vichinghi che si sono stanziati sull’isola atlantica dalla Norvegia, rendendola una sorta di capsula del tempo linguistica.
Certo, ci sono delle differenze, ma leggere un testo in islandese antico non è così complicato una volta che si è fluenti in quello moderno.
Certo, ci sono delle differenze, ma leggere un testo in islandese antico non è così complicato una volta che si è fluenti in quello moderno.
LA GRAMMATICA COMPLESSA
L’islandese è come danese, norvegese e svedese una lingua scandinava, ma, insieme al faroese, in questo gruppo ha una grammatica piuttosto complessa.
La grammatica islandese presenta quattro casi (nominativo, accusativo, dativo e genitivo), tre generi grammaticali (maschile, femminile e neutro) e un sistema di declinazione che si applica a nomi, aggettivi, articoli e pronomi. Ogni parola può cambiare forma a seconda della funzione che svolge nella frase, il che rende la lingua dinamica ma anche molto impegnativa per i principianti.
I verbi islandesi seguono un sistema di coniugazione complesso, con tempi e modi che variano a seconda del soggetto, del genere e del numero, come in italiano. Anche la formazione dei plurali può essere imprevedibile, con numerose eccezioni che richiedono uno studio approfondito e una buona dose di memorizzazione. (questo paragrafo è molto impreciso nel complesso. In islandese per il plurale vengono declinati i nomi. I verbi si coniugano secondo 3 persone (prima seconda e terza), due numeri (singolare e plurale), due tempi (presente e preterito) e diversi modi e diatesi (per non entrare troppo nel dettaglio).
La grammatica islandese presenta quattro casi (nominativo, accusativo, dativo e genitivo), tre generi grammaticali (maschile, femminile e neutro) e un sistema di declinazione che si applica a nomi, aggettivi, articoli e pronomi. Ogni parola può cambiare forma a seconda della funzione che svolge nella frase, il che rende la lingua dinamica ma anche molto impegnativa per i principianti.
I verbi islandesi seguono un sistema di coniugazione complesso, con tempi e modi che variano a seconda del soggetto, del genere e del numero, come in italiano. Anche la formazione dei plurali può essere imprevedibile, con numerose eccezioni che richiedono uno studio approfondito e una buona dose di memorizzazione. (questo paragrafo è molto impreciso nel complesso. In islandese per il plurale vengono declinati i nomi. I verbi si coniugano secondo 3 persone (prima seconda e terza), due numeri (singolare e plurale), due tempi (presente e preterito) e diversi modi e diatesi (per non entrare troppo nel dettaglio).
UNA PRONUNCIA “SEMPLICE”
Più semplice, invece, la pronuncia, specie se comparata al danese e alla sua fonetica complessa. Certo, ci sono suoni e lettere che non sono comuni nelle lingue europee più diffuse, e alcune consonanti hanno una pronuncia che può sembrare aliena per chi non è abituato. Per esempio, il suono della lettera “þ” (thorn) è simile a quello di “th” in parole inglesi come “Birth”, mentre la lettera “ð” (eth) ricorda il suono di “th” nella parola inglese “this”.
CHE LINGUA CREATIVA L'ISLANDESE!
Il vocabolario islandese è un altro aspetto unico. La lingua è nota per la sua inventiva nel creare nuovi termini basati su radici native, evitando il prestito da altre lingue. Ad esempio, il termine islandese per “computer” è “tölva,” una combinazione delle parole “tala” (numero) e “völva” (profetessa).
Similmente ad altre lingue nordiche, la possibilità di comporre nuove parole fa sì che se ne creino anche di molto lunghe e complicate da leggere, specie se si viene da un contesto in questo molto più semplificato come quello romanzo, dove le parole composte meno frequenti e meno “evidenti”.
Similmente ad altre lingue nordiche, la possibilità di comporre nuove parole fa sì che se ne creino anche di molto lunghe e complicate da leggere, specie se si viene da un contesto in questo molto più semplificato come quello romanzo, dove le parole composte meno frequenti e meno “evidenti”.
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