PERCHÉ LA PRONUNCIA NORVEGESE È PIÙ SEMPLICE DI QUELLA DANESE?
Il motivo di questa differenza sta nella storia delle due lingue (entrambe evoluzione del Norreno), dei due Paesi, con la Danimarca che ha dominato la Norvegia per quattro secoli influenzandone la lingua, e nel modo in cui poi i due idiomi sono stati codificati e si sono a loro volta evoluti. Le differenze nella pronuncia tra norvegese e danese sono infatti il risultato di influenze storiche e culturali. La lunga dominazione danese in Norvegia ha lasciato un segno nel vocabolario norvegese, ma non ha modificato in modo significativo la pronuncia. La lingua norvegese ha mantenuto una maggiore vicinanza alla sua radice germanica settentrionale originale, mentre il danese ha subito vari cambiamenti fonetici nel corso dei secoli.
Andiamo con ordine.
Perché la pronuncia norvegese è più semplice di quella danese?:
LA CHIAREZZA DELLE VOCALI NORVEGESI
Uno degli aspetti che rende la pronuncia norvegese più semplice è la maggiore chiarezza delle vocali. Il norvegese ha un sistema vocalico relativamente stabile, con vocali che sono generalmente pronunciate in modo chiaro e distinto. Questo facilita la comprensione e l’apprendimento, soprattutto per chi è abituato a lingue che presentano una articolazione nitida come chi viene dall’italiano o dal tedesco.
Al contrario, il danese è noto per il fenomeno delle vocali “mangiate”. Molti suoni vocalici nel danese tendono a essere indeboliti o omessi, rendendo difficile per gli studenti distinguere chiaramente le parole. Questo fenomeno è particolarmente evidente nella lingua parlata, dove le vocali spesso si fondono o si riducono a un suono quasi indistinguibile. Inoltre, il danese non ha regole fonetiche né sufficienti grafemi per corrispondere all’enorme varietà delle sue vocali, cosa che rende difficile capire come pronunciare, ad esempio, la “a” a seconda della parola o della sua posizione nella frase.
L'ARTICOLAZIONE CONSONANTICA
Il danese, invece, è caratterizzato da una serie di fenomeni fonetici che complicano l’articolazione delle consonanti. Tra questi, il “stød” è particolarmente noto. Si tratta di una sorta di glottalizzazione o interruzione vocale che può alterare il suono di una parola in modi imprevedibili, creando difficoltà per chi cerca di imparare la lingua. Inoltre, il danese è più complicato per la pronuncia della “D”, chiamata soft D, così come della “R” uvulare (o moscia), che vicino ad altre consonanti come la G risulta particolarmente ostica.
IL RITMO E LA MELODIA DELLA LINGUA
Il danese, invece, ha un ritmo più irregolare e una melodia meno marcata, per quanto comunque scandita dagli accenti – mai scritti nelle parole, se non qualche eccezione. La lingua parlata può sembrare più monotona e difficile da seguire, con frasi che spesso appaiono frammentate a causa della riduzione delle vocali e delle consonanti.
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