COME SI PRONUNCIA LA Ø DANESE?
In altri articoli, abbiamo visto che la lingua danese ha qualche lettera in più. E uno dei suoni che più incuriosisce chi si avvicina al danese è senza dubbio la vocale “ø”. Spesso è traslitterata come “oe” – del resto rappresenta questo dittongo – quando si scrive su tastiere prive di caratteri speciali (o ad esempio nei domini web, che non accettano lettere di alfabeti che non siano quello inglese.
La “ø” può essere difficile per un italiano, specie se non si è mai affacciato al tedesco o al francese, perché non esiste un corrispondente italiano. Quindi come si pronuncia la ø danese?
La “ø” può essere difficile per un italiano, specie se non si è mai affacciato al tedesco o al francese, perché non esiste un corrispondente italiano. Quindi come si pronuncia la ø danese?
Come si pronuncia la ø danese?:
ORIGINI DELLA Ø
La lettera “ø” è presente non solo nel danese, ma anche nel norvegese e, con alcune varianti grafiche, in altre lingue scandinave.
In danese, questa vocale è fondamentale: compare in numerose parole di uso quotidiano e può cambiare il significato di un termine se sostituita erroneamente con un’altra vocale. Il suo utilizzo è così radicato che viene considerata una delle lettere simbolo dell’identità linguistica danese.
LA PRONUNCIA DELLA Ø
Ma come si pronuncia, esattamente, la “ø”? Dal punto di vista fonetico, la “ø” danese è una vocale anteriore, semi-chiusa e arrotondata. Nel sistema dell’alfabeto fonetico internazionale (IPA), questa vocale è rappresentata dal simbolo [ø] o [øː] se lunga.
Per capire meglio il suono della “ø”, è utile confrontarlo con i suoni italiani. La “ø” si può avvicinare, per certi aspetti, al suono “e” chiusa di “perché”, ma mentre la “e” italiana è prodotta con le labbra rilassate, la “ø” richiede che le labbra siano arrotondate, quasi come per pronunciare una “o”. L’effetto è una via di mezzo che chi ascolta per la prima volta trova insolita: né “e” né “o”, ma qualcosa che ricorda entrambi i suoni, senza coincidere con nessuno dei due.
Pronunciare correttamente la “ø” richiede pratica e una certa consapevolezza dei movimenti della bocca. La lingua va posizionata in avanti, similmente a quando si pronuncia la “e” chiusa italiana, le labbra vanno arrotondate come per pronunciare una “o”, e il suono deve essere una via di mezzo tra “e” e “o”.
La “ø” compare in moltissimi termini di uso comune. Eccone alcuni tra i più frequenti:
• Øl (birra)
• Sø (lago)
• Brød (pane)
• Høre (sentire/ascoltare)
• Mølle (mulino)
Per capire meglio il suono della “ø”, è utile confrontarlo con i suoni italiani. La “ø” si può avvicinare, per certi aspetti, al suono “e” chiusa di “perché”, ma mentre la “e” italiana è prodotta con le labbra rilassate, la “ø” richiede che le labbra siano arrotondate, quasi come per pronunciare una “o”. L’effetto è una via di mezzo che chi ascolta per la prima volta trova insolita: né “e” né “o”, ma qualcosa che ricorda entrambi i suoni, senza coincidere con nessuno dei due.
Pronunciare correttamente la “ø” richiede pratica e una certa consapevolezza dei movimenti della bocca. La lingua va posizionata in avanti, similmente a quando si pronuncia la “e” chiusa italiana, le labbra vanno arrotondate come per pronunciare una “o”, e il suono deve essere una via di mezzo tra “e” e “o”.
La “ø” compare in moltissimi termini di uso comune. Eccone alcuni tra i più frequenti:
• Øl (birra)
• Sø (lago)
• Brød (pane)
• Høre (sentire/ascoltare)
• Mølle (mulino)
CURIOSITÀ SULLA Ø
La lettera “ø” ha anche una valenza simbolica in Danimarca: non è solo una lettera, ma è anche una parola: vuol dire infatti “isola”. Inoltre, viene spesso scelta come simbolo grafico in loghi e marchi danesi proprio per il suo legame con la cultura nazionale, come ad esempio nell’azienda di abbigliamento Samsøe.
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