Alfabeto e pronuncia danese

Alfabeto e pronuncia danese

ALFABETO E PRONUNCIA DANESE, TRA GIOIE E DOLORI

Abbiamo visto in altri articoli alcune caratteristiche della lingua danese. In questo, cercheremo di andare un po’ più a fondo con questa lingua tutta particolare parlando dell’alfabeto e pronuncia danese ed alcune caratteristiche grammaticali.

Alfabeto e pronuncia danese:

IL LUNGO ALFABETO DANESE

L’alfabeto danese si basa su quello latino, come la maggior parte delle lingue europee, e si compone di 29 lettere: le 26 dell’alfabeto inglese, più tre lettere aggiuntive tipicamente scandinave: Æ, Ø e Å. Queste lettere vengono considerate veri e propri suoni distinti e sono posizionate in fondo all’alfabeto, dopo la Z.

• A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, W, X, Y, Z, Æ, Ø, Å

Le lettere Æ, Ø e Å non sono solo simboli grafici: rappresentano suoni che non trovano corrispondenza immediata in italiano e giocano un ruolo fondamentale nella fonetica e nella scrittura danese. Un’altra curiosità è che nonostante il danese presenti 3 lettere grafiche in più, non si sono rivelate comunque sufficienti a riprodurre l’enorme quantità di suoni, e soprattutto di vocali di cui dispone questo idioma. Basti pensare che solamente con la lettera “A” si possono riprodurre almeno 5 suoni vocalici diversi!

LA PRONUNCIA DANESE

La pronuncia del danese è come sappiamo la cosa più difficile. Il danese parlato tende infatti a “mangiare” molte consonanti e a fondere le parole tra loro, dando origine a un suono a volte poco chiaro per chi non è madrelingua.

Le vocali
Il danese ha un sistema vocalico estremamente ricco: le vocali sono numerose e molte si distinguono solo per leggere differenze di pronuncia. Oltre alle cinque vocali classiche (A, E, I, O, U), le lettere Æ, Ø e Å rappresentano rispettivamente suoni simili a “e” aperta, “eu” alla francese e “o” larga.

Le consonanti
Alcune consonanti cambiano sensibilmente rispetto all’italiano, ad esempio la “d” finale spesso non si pronuncia completamente, mentre la “g” può essere quasi muta in fine di parola. La lettera “r” è gutturale, simile al francese, e la “j” ha un suono simile alla “i” semiconsonantica. La “h” davanti a vocali si aspira, ma è muta davanti a “j” e “v”.

Lo “stød”
Un elemento tipico della pronuncia danese è il cosiddetto “stød”, un colpo di glottide simile a un lieve intoppo nella voce, che può cambiare il significato di una parola. Non esiste un equivalente diretto in italiano e la sua presenza o assenza va imparata di parola in parola.

LE BASI DELLA GRAMMATICA DANESE

Il danese moderno distingue due generi grammaticali: il comune (“n-words”, che comprende sia il maschile sia il femminile tradizionali) e il neutro (“t-words”). Gli articoli determinativi e indeterminativi cambiano a seconda del genere della parola. L’articolo indeterminativo si mette davanti al nome: en (comune), et (neutro): en bog (un libro), et hus (una casa). L’articolo determinativo si aggiunge in coda al sostantivo: bogen (il libro), huset (la casa).

I verbi
Il sistema verbale danese è relativamente semplice. I verbi non si coniugano per persona e numero (a differenza dell’italiano), quindi la forma verbale rimane la stessa per tutte le persone. Il presente si forma aggiungendo -r alla radice, il passato spesso con -ede o -te, ma esistono verbi irregolari da imparare a memoria. La formazione del plurale avviene generalmente aggiungendo -er, -e o, meno frequentemente, -r o nulla al sostantivo, con numerose eccezioni da apprendere.

Ordine delle parole e Inversione
Un aspetto caratteristico del danese è l’ordine delle parole, soprattutto nelle frasi interrogative e negative. In una frase affermativa standard si usa l’ordine Soggetto-Verbo-Oggetto (“Peter læser en bog” – Peter legge un libro), mentre nelle interrogative il verbo precede il soggetto (“Læser Peter en bog?” – Peter legge un libro?). Questo fenomeno si chiama Inversione, e si verifica non solo nelle interrogative, ma anche quando si utilizza un avverbio o una subordinata di qualche tipo. Ad esempio, “Domani mangio al ristorante con un amico” in danese si forma così: I morgen spiser jeg på restaurant med en ven (letteralmente: Domani mangio io al ristorante con un amico). L’inversione è particolarmente ostica, specie se capita in una subordinata dove non è facile, per un italiano, ricordarsela.

Articolo in collaborazione con

Robin Mørensson,
founder @ NØGLEN

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